Zoom fatigue, cos’è la sindrome da videoconferenza?

Tra le conseguenze della pandemia di Covid-19 c’è l’aver reso sempre più comuni i meeting di lavoro online. All’inizio ci è sembrata un’ottima idea: da un lato eravamo obbligati a farlo, dall’altro ci siamo resi conto che potevamo risparmiare molto tempo attraverso questa modalità. Le riunioni in presenza a cui eravamo abituati, infatti, erano spesso interminabili. Eppure anche gli incontri da remoto possono stancarci, tanto che si è cominciato a parlare di Zoom Fatigue syndrome.

Ma cos’è la sindrome da videoconferenza e in che modo si manifesta? Ne parliamo in questo articolo, in cui cercheremo di capire quali sono i segnali d’allarme a cui prestare attenzione e come evitare che la nostra salute risenta delle videocall e delle riunioni su piattaforme digitali.

ZOOM FATIGUE SYNDROME: COS’È E CON QUALI SINTOMI SI MANIFESTA
Il numero di meeting virtuali, durante il 2020, è aumentato a dismisura, e non soltanto per motivi di lavoro. Se però, quando si tratta di videochiamate personali, possiamo rinunciarci con maggiore facilità, per quelle che riguardano la sfera professionale siamo vincolati a esigenze aziendali. Può succedere, quindi, che a fine giornata ci accorgiamo di aver trascorso gran parte del nostro tempo in videoconferenza. Così facendo, ci esponiamo al rischio di sviluppare la Zoom Fatigue Syndrome, un disturbo ancora non riconosciuto di cui si è iniziato a parlare negli ultimi anni, e che prende il nome proprio da Zoom, una delle più popolari piattaforme per meeting online.

Le riunioni da remoto, infatti, pur rappresentando una grande opportunità, possono affaticarci a livello mentale e questo può avere conseguenze anche sul piano fisico. Vediamo in che modo.

I sintomi della zoom fatigue

Vi capita di essere molto tesi e stanchi dopo una riunione o di sentirvi completamente esausti dopo l’ultimo meeting della giornata? Vi capita di guardare l’agenda e pensare che fareste di tutto per evitare o riprogrammare le videoconferenze? Potrebbero essere i primi segnali della zoom fatigue, che si manifesta anche con:

  • ansia
  • depressione
  • difficoltà di concentrazione
  • tendenza a dimenticare le cose
  • mancanza di motivazione
  • frustrazione e irritabilità
  • difficoltà a mantenere le relazioni
  • insonnia
  • mal di testa o emicrania
  • dolori e tensione muscolare.

Si tratta di sintomi simili a quelli del burnout, e in effetti l’affaticamento da videocall contribuisce all’accumulo di stress da lavoro che porta a questo tipo di esaurimento. Ma perché una soluzione rapida e pratica come le riunioni online è così problematica?

QUALI SONO LE CAUSE DELLA ZOOM FATIGUE SYNDROME?
Il Professor Jeremy Bailenson, fondatore e direttore dello Stanford Virtual Human Interaction Lab alla Stanford University, ha studiato le conseguenze dei meeting online sulla mente umana. Come riporta la rivista universitaria, ha individuato quattro elementi principali che causano affaticamento. Vediamo quali sono.

Il contatto visivo è diverso dalla realtà
Il contatto visivo, durante le videochiamate, è troppo intenso e prolungato, innaturale rispetto a ciò che avviene in una riunione fisica, così come innaturali sono le dimensioni dei visi che vediamo dagli schermi. Chi parla e chi ascolta sono sullo stesso piano: anche se non apriamo bocca, gli altri ci guardano, finché siamo collegati, e questo può causare ansia o stress. La grandezza del volto, invece, che spesso è quasi quella reale, se usiamo un monitor abbastanza grande, riproduce una situazione di contatto ravvicinato che nella vita reale abbiamo solo con persone con le quali siamo in intimità oppure con cui si è creata una situazione di conflitto. La nostra mente interpreta la riunione online come una di queste due casistiche, entrando in uno stato di eccitazione che permane a lungo, se passiamo molte ore collegati.

Durante i meeting vediamo di continuo noi stessi
Quando siamo collegati su una piattaforma per videocall, vediamo sia gli altri che noi stessi. Anche questo non accade nella realtà, perché non abbiamo di continuo di fronte a noi uno specchio. Vedere la propria immagine può renderci più critici verso la nostra persona, come dimostrano alcuni studi citati da Bailenson, è causa di stress e di emozioni negative.

Le videochiamate riducono la possibilità di movimento
A differenza di ciò che accade negli incontri fisici o nelle telefonate, quando siamo collegati in video siamo praticamente bloccati davanti al pc, a volte per ore. Anche questa limitazione dei movimenti è del tutto innaturale, un’esperienza alla quale non siamo abituati e che potrebbe influire sulle nostre performance cognitive.

In videocall aumenta il carico cognitivo
Durante una riunione online, facciamo più fatica a cogliere i segnali di comunicazione non verbale, ai quali invece siamo abituati nella realtà, perché siamo limitati nei movimenti, siamo tesi e dobbiamo fare attenzione a dettagli come la gestione dell’audio, oppure controllare lo sfondo che appare alle nostre spalle. Se vogliamo manifestare interesse o dissenso, dobbiamo annuire o far cenno di no con la testa in modo più evidente, per essere certi che gli altri vedano e capiscano. Tutto questo richiede uno sforzo intenso alla nostra mente

COME EVITARE LA ZOOM FATIGUE? ALCUNI CONSIGLI
Le videochiamate sono un mezzo pratico per gestire incontri a distanza, e rendono possibile organizzare in poco tempo una riunione con persone che si trovano anche a molti chilometri di distanza. È anche grazie alle piattaforme come Zoom, Teams, Meet che molte aziende riescono ad assumere personale da remoto e mettere insieme team internazionali senza che sia necessario uno spostamento fisico. Che dire, poi, della possibilità di vedere i volti di amici e parenti che vivono lontano? Il rovescio della medaglia, però, è che abusare di questi strumenti o utilizzarli nella maniera sbagliata può diventare un problema per la nostra salute. Come fare, allora, a non essere vittime della zoom fatigue? Ecco alcuni consigli:

  • se non è obbligatorio tenere restare collegati in video, spegnete la webcam del vostro dispositivo;
  • ridimensionate la grandezza della finestra video, evitate di metterla a schermo intero;
  • quando pianificate le riunioni, lasciate del tempo tra l’una e l’altra, e usatelo per fare una passeggiata o un’altra attività rilassante, che vi aiuti a liberare e defaticare la mente;
  • valutate l’acquisto di una webcam da posizionare più lontano rispetto al monitor del pc, così da avere un’inquadratura più ampia e meno ravvicinata.

Infine, fate attenzione a come vi sentite al termine di una giornata di lavoro piena di riunioni online e non sottovalutate segnali come ansia, insonnia o difficoltà di concentrazione. La zoom fatigue, come abbiamo ricordato, può contribuire al burnout, vero e proprio esaurimento fisico e mentale dovuto allo stress da lavoro. Come sempre, quindi, il nostro suggerimento è ricordare quanto i sintomi fisici e quelli psicologici siano legati tra loro: dobbiamo prenderci cura di entrambi gli aspetti, per poter davvero restare in salute. Molto spesso, la routine sembra fagocitarci, ma è importante avere come obiettivo il nostro benessere, da preservare attraverso l’alimentazione sana, l’attività fisica e la prevenzione.

L’attività fisica, specialmente se svolta in un contesto di condivisione con altre persone come la palestra, e con il supporto di un professionista con il quale interagire in merito ai propri bisogni, è il modo più adatto per scaricare la tensione ed il carico cognitivo e visivo accumulato a causa della zoom fatigue.