Stress e aumento di peso: quale legame?

In diversi studi sull’uomo, lo stress è stato associato ad abitudini alimentari particolari, con le differenze dovute al suo tipo e durata, al tipo di cibo, ed ai fattori di suscettibilità individuale.
Lo stress sembra essere associato principalmente ai consumi di cibi ricchi di zuccheri e grassi e le associazioni sono state trovate soprattutto nelle donne e nelle persone obese. Tuttavia occorrono studi più ampi per testare queste relazioni in maniera esaustiva.

Recentemente è stato condotto in California un ampio studio di popolazione (USA – Vitamins and Lifestyle – VITAL Study) per valutare le associazioni tra il tipo di stress auto-riferito ed i comportamenti alimentari (frequenza dei consumi di verdura e frutta, snack ricchi di grassi, prodotti fast-food e bevande zuccherate), tenendo conto del sesso, della presenza di obesità, e della vulnerabilità.
Sono state stimate le associazioni tra lo stress percepito ed i modelli alimentari di 65.235 adulti, con aggiustamento per fattori demografici, indice di massa corporea, attività fisica, assunzione di alcol, numero di comorbidità e di altre covarianti rilevanti.

In sintesi, un più forte stress percepito è stato associato con un maggiore apporto di energia da grassi, snack ricchi di grassi e prodotti fast-food.
Ma c’è anche una spiegazione “organica”. La costante tensione e l’esposizione prolungata a stress psico-fisico creano un innalzamento nella secrezione di cortisolo che facilita l’aumento di peso ed incrementa l’accumulo di zucchero nel sangue, causando insulino-resistenza, diabete e sovrappeso.
Inoltre, influenza la peristalsi intestinale, portando un rallentamento (stipsi) o un aumento (diarrea) del transito intestinale ed un aumento dei gas nel colon che provoca “ il fastidioso gonfiore addominale”. Sembra poi che lo stress non solo possa indurre a mangiare di più ma che faccia anche assimilare di più quello che si mangia.
L’ormone neuropeptide Y (NPY), permette l’accumulo di maggiori quantità di grasso nelle cellule del tessuto adiposo, in particolare attorno alla vita, conferendo quella forma a mela (obesità centrale) che è legata a ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari.

In uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, condotto dall’equipe di Z. Zukowska è emerso che i topi ingrassano di più in condizioni di stress emotivo o fisico.
Sembra, infatti, che il neuropeptide Y, finora noto per il suo ruolo di controllo dell’appetito, abbia un secondo ruolo extra-cerebrale, prima sconosciuto, a livello dei nervi periferici che innervano il tessuto adiposo. Lo stress attiverebbe questi nervi al rilascio di NPY che stimola l’accumulo di grasso. Questo effetto diventa ancora più marcato quando si è presi da ‘fame nervosa’ e si mangia troppo. “Abbiamo visto che se mangi il doppio delle calorie a causa dello stress – spiega Zukowska – il corrispondente aumento di peso non sarà di due volte (cioè equivalente all’ammontare delle calorie ingerite) ma quattro volte tanto”, come se si assimilasse il doppio.
Ma ci sono anche alcuni soggetti che in periodi di stress tendono a dimagrire; perché? C’è una spiegazione anche per loro: i loro nervi periferici rilasciano un altro messaggero chimico, la noradrenalina, che al contrario di NPY induce a bruciare più grassi.

Lo stress, quindi, può essere un fattore importante da considerare per iniziare il mio programma che promuove una sana alimentazione e una ricerca del benessere psicofisico.