La vergogna di essere se stessi. Body Shaming: cos’è e come proteggersi

Il body shaming è una critica sull’aspetto fisico e più in generale sulla persona, che si subisce da parte di altri attraverso dei commenti denigratori: Quando scatta il reato?

Nella società odierna è molto importante rispecchiare determinati ideali corporei, veicolati attraverso le immagini trasmesse sui social network, soprattutto a seguito delle mode dettate dagli “influencers”, di corpi perfetti, muscolosi, tonici, apparentemente senza alcun tipo di difetto.

Il raggiungimento di tale parametro si sta traducendo in una vera e propria corsa alla perfezione, creando così uno stereotipo mettendo in mostra un’immagine di sé che risulti quanto più possibile appetibile e avvenente e che induce a vergognarsi delle proprie imperfezioni.

 Il ruolo (pericoloso) dei social network

L’uso della tecnologia, a parte gli indiscutibili vantaggi, può comportare dei rischi se non moderato e in mano a persone che ne trovano una funzione denigratoria  o addirittura vessatoria poiché la conseguenza, dopo aver pubblicato un proprio scatto sui social,  è quella di essere bersagliati da commenti negativi nel caso in cui non si corrisponda agli standard considerati canonici alimentando il senso di frustrazione e infelicità per non essere in grado di raggiungerli, provocando un’insoddisfazione per il proprio corpo.
Dal momento che i modelli di bellezza cui le persone sono spinte ad adeguarsi sono difficilmente raggiungibili e che nessuno è privo di imperfezioni, ci si scontra spesso con un fenomeno che, soprattutto sui social, sta avendo larga diffusione: il body shaming.

Che cos’è il Body Shaming?

Si tratta a tutti gli effetti di una forma di bullismo o cyberbullismo (a seconda che l’offesa avvenga off line, a scuola per esempio, o on line, magari postata come commento su un social network) in cui l’individuo viene giudicato per la propria forma fisica o anche per una caratteristica estremamente evidente del loro corpo. Una persona eccessivamente in carne o al contrario troppo esile, un naso pronunciato, la presenza di troppi tatuaggi, l’altezza eccessiva o qualche centimetro in meno, insomma quando il corpo non rispetta i canoni estetici del momento con l’unico intento di causare vergogna nell’interlocutore.
Il fenomeno del body shaming ha preso oggi una piega preoccupante, poiché coinvolge un numero sempre maggiore di utenti social. Quello che preoccupa è come il corpo sia diventato un mezzo per criticare a tutti i costi un’altra persona, cosciente o meno di queste critiche. Le vittime di body shaming sono soprattutto ragazzine adolescenti e donne, prese di mira e bullizzate non per il loro carattere, il loro talento o la loro intelligenza, ma esclusivamente per il loro corpo. Anche se recenti studi  realizzati negli USA indicano che le vittime sono in prevalenza le donne, tale fenomeno però può colpire anche le star, le persone comuni, adulti, giovani e uomini.

Essere vittime di body shaming

Spesso chi è vittima di body shaming si rivela particolarmente sensibile alla critica proveniente dall’esterno tanto da interiorizzarla non senza conseguenze sul proprio benessere psicofisico. Dall’altra parte, chi promuove tali azioni nocive agisce da dietro una tastiera e uno schermo che proteggono la sua identità, addirittura rendendolo agli occhi del web come un idolo e non percepisce le reali conseguenze e ripercussioni del proprio agire perpetrato al solo scopo  di attenuare emozioni negative provate in quel momento, come frustrazione o senso di inferiorità.

Si tratta, spesso, di persone con esperienze di denigrazione nel loro sviluppo, insoddisfatte del proprio aspetto fisico, che abbracciano una cultura sessista, un perfezionismo estetico che fa assumere loro modelli estetici quasi irraggiungibili.

Il modo in cui percepiamo il nostro corpo non dipende solo dalle sue caratteristiche fisiche ma da una molteplicità di fattori quali i vissuti personali, gli stereotipi culturali, le caratteristiche di personalità ed i contesti familiari, sociali e amicali di riferimento che influiscono anche sulla nostra identità e sui livelli personali di autostima.

Per tale ragione, la percezione personale del nostro corpo può subire  oscillazioni e distorsioni legate proprio alla dimensione emotiva e ai sentimenti che proviamo verso il nostro corpo, presenti ancora di più negli adolescenti, alla costante ricerca di modelli stabili, di approvazione, di socializzazione e di accettazione dai coetanei, e di una solida identità.

Cosa si rischia?

I rischi che comporta il Body Shaming sono tanti: dal provocare depressione, all’isolamento, dall’innescare disturbi alimentari, al bullismo, l’insoddisfazione per il proprio corpo può portare all’isolamento o all’assunzione di comportamenti dannosi (come esercizio fisico eccessivo o restrizioni alimentari, fino a giungere all’ortoressia) allo scopo di cambiare aspetto fino a poter determinare, fortunatamente in casi rari, il suicidio del soggetto vittima di questo fenomeno (art. 508 del Codice Penale). All’effetto sull’autostima si aggiunge anche il dolore per l’esclusione sociale: sentirsi diversi in senso negativo fa sentire anche impossibilitati a rispecchiarsi negli altri e ad appartenere a un gruppo.
Le critiche alla fisicità ledono fortemente l’autostima al punto tale da creare gravissimi danni in soggetti fragili o con delle patologie psicologiche pregresse .
Anche le mamme che hanno appena partorito sono nel mirino di questo orribile fenomeno, i commenti poco cortesi sulla loro forma fisica che dopo il parto deve naturalmente riassestarsi, provocano enorme disagio . Tutto ciò in un momento di vita di una donna già molto delicato e di grande fragilità, dove con fatica sta ritrovando piano piano un proprio equilibrio fisico e psicologico Molto spesso chi fa del body shaming non si chiede se, magari, la persona criticata stia passando un momento difficile, con il rischio che lo stato d’animo della persona si aggravi.

Reato di diffamazione

La Corte di Cassazione, in più occasioni, ha affermato che postare sui social network commenti e foto lesive della dignità altrui rappresenta una forma di diffamazione di cui all’art. 595 c.p. Il reato di diffamazione può essere realizzato con qualsiasi mezzo (parole, scritti, disegni) e avviene quando l’offesa viene rivolta a una persona identificabile e comunicata a un minimo di due persone, anche in tempi diversi. Per esempio, un commento sotto una fotografia su un social network viene inteso come rivolto al soggetto nella foto, anche se non riporta nome e cognome del destinatario del commento.

Ancora più grave sui social

L’utilizzo di un social network (es. Facebook o Instagram) quale mezzo di comunicazione dell’offesa, secondo la Corte, costituisce un’aggravante poiché si tratta di mezzi capaci di raggiungere un numero molto elevato di persone. In materia di danno causato da diffamazione, la giurisprudenza evidenzia come parametri che devono essere tenuti in considerazione in sede di quantificazione a) la diffusione dello scritto; b) la rilevanza dell’offesa; c) la posizione sociale della vittima.

Cosa dice la legge sul body shaming

Nel caso in cui si è stati vittima di body shaming deve essere immediatamente sporta denuncia presso le autorità competenti (Polizia Postale o Carabinieri). Il post, il commento, il video o la foto offensiva devono essere segnalati alla piattaforma social (Facebook, Instagram o TikTok) affinché la sua diffusione possa essere bloccata il prima possibile, attraverso la rimozione del contenuto dannoso. È possibile, altresì, segnalare episodi sul web o sui social network e chiedere l’intervento del Garante per la protezione dei dati personali via mail a cyberbullismo@gpdp.it.